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I libri

2018 – “Professione Cantante” (Edizioni Pendragon)

Racconti ed aneddoti di artisti, musicisti e produttori che hanno fatto la storia della cultura popolare italiana. Prefazioni di Mina, Francesco Guccini, Luca Carboni, Renzo Arbore, Orietta Berti, Pippo Baudo e tanti altri.

 
 
 
 
 
 
 

2014 – “Cuore Rossoblu / Pensato, sofferto e scritto dal dicembre 2012…” (Minerva Edizioni)

«A volte è meno difficile di quanto si pensi. Non c’è bisogno di critici specializzati, di autori affermati, di filosofi, di umoristi o di esperti intenditori, è sufficiente aver pazienza e ascoltare la gente. Il popolo petroniano ha nel suo DNA saggezza, sarcasmo, spirito di sopravvivenza e capacità di sintesi. Ho quindi volutamente disseminato questo scritto di pareri orecchiati allo stadio, frasi da bar e chiacchierate dopo i concerti, pietre miliari lungo il tragitto della passione che accomuna tanta gente. Con la presunzione, comune anche ad altri, che siamo speciali, ho raccolto i suoni, gli umori e le tragicomiche sbandate, di persone che, attraverso l’amore per la propria squadra, esprimono sentimenti profondi, pareri politici e, a volte, persino slanci religiosi. In ogni caso, vi renderete conto che i nostri “cuori rossoblù” raramente sono banali.»

 
 

2012 – “Al giorno d’oggi non c’è più il futuro di una volta. Riflessioni sul senso della vita, e oltre” (Pendragon Editore)

Una raccolta di aforismi e battute fulminanti, nello stile diretto e divertentissimo che tutti i bolognesi – e non solo – conoscono e apprezzano in Andrea Mingardi. Ma anche riflessioni semiserie e brevi racconti che parlano di noi, del senso della vita e del mondo contemporaneo. Pagine che ci interrogano, col sorriso, su chi siamo e dove stiamo andando.

 
 
 
 
 

2008 – “Un biglietto per l’aldilà – Legal thriller”
(Pendragon Editore)

Stefano Romanini è un avvocato di successo: tanti amici, auto e case di proprietà, due figli adolescenti e una moglie bellissima. Quando in tribunale sembra destinato a ottenere l’ennesimo risultato positivo, la sua esistenza viene stravolta da un evento inaspettato e misterioso: un biglietto per l’aldilà. In un viaggio tra la vita e la morte, tra Funchal e Ravenna, Tripoli e Milano, le indagini sull’affondamento dell’Ulixes – un cargo appartenente alla flotta di un losco armatore – coinvolgono avvocati, giudici, clandestini e avventurieri. Una matassa inestricabile dove amici e nemici si confondono e ogni azione, anche la più crudele, è giustificata dagli enormi interessi in gioco. In questa storia inquietante è meglio non dare nulla per scontato: nessuno è al sicuro…

 
 

2008 – “Socc’mel” (Pendragon Editore)

Espressione etrusca che significa stupore e smarrimento

In questo libro il cantante e showman bolognese propone un’interessante riflessione sul significato delle nostre radici nell’era del mondo multiculturale. Il dialetto e le sue trasformazioni, le usanze territoriali, i personaggi tipici di ogni città e gli stereotipi che da sempre ci contraddistinguono sopravvivono a fatica in un mondo che tende ad azzerare ogni differenza. Strappandoci più di un sorriso, ma facendoci anche riflettere, Mingardi indaga con buon senso e comicità la lingua, le tradizioni, l’aria del “vogliogodermilavita” emiliano-romagnole, proponendo e rivitalizzando conversazioni e quadri pittoreschi raccolti per le strade e nei bar. Il gergo, gli insulti colorati, i proverbi e la filosofia spiccia degli anziani diventano quasi testi teatrali, che fioriscono nei naturali palcoscenici della quotidianità. Un patrimonio culturale da tramandare, per l’autore, a figli e nipoti, senza false nostalgie né paragoni banali, ma con un sano campanilismo che vuole preservare memoria e identità. A Bologna, e non solo, l’espressione “sócc’mel” rappresenta tutta la meraviglia e lo sgomento di chi ha ancora la capacità di stupirsi o preoccuparsi per questa vita sempre più veloce, per un progresso travolgente che qualche volta affascina ma spesso non convince. Ecco dunque la ricetta che viene fuori dalle pagine di Mingardi: affrontare le vicende umane, misere o eroiche che siano, con una massiccia dose di autoironia.

 

2007 – “Permette un ballo, signorina?” (Mondadori Editore)

Questa è una storia vera, autobiografica, piena di Swing, Blues e Rock’n’roll, rullate, strofe in inglese maccheronico urlate nei microfoni, balere piene di turiste tedesche, balli scatenati ben oltre la mezzanotte. Attraverso le sue avventure musicali, Andrea Mingardi racconta la storia di un’Italia che ricomincia a vivere. Bologna, all’inizio degli anni Sessanta, era come tutte le altre città italiane nel dopoguerra: ancora piena di ferite, con un lieve accenno di boom economico. La cultura americana offriva già le sue irresistibili lusinghe attraverso il cinema e, soprattutto, la musica. Ammaliati dalla voce di Frank Sinatra o dal portamento di Ava Gardner, tutti i ragazzi di Bologna giravano per i portici della città sperando di essere notati da qualche talent scout dello spettacolo. Fra loro c’era anche un Andrea Mingardi ragazzino. Calciatore in erba del Bologna, scarsissimo studente di liceo, capì cosa avrebbe fatto nella vita ascoltando la radio e la straordinaria ventata di novità che arrivava con la musica americana. Aiutato dalla fortuna e dal suo talento, Mingardi diventò il cantante dei Golden Rock Boys e si tuffò completamente nella rivoluzione del rock’n’roll, rivoluzione di gusti e di costumi. In queste pagine, dense di vibrazioni e goliardia bolognese, si incontrano i debuttanti Gianni Morandi, Mina, l’Equipe 84, i Nomadi, grandi professionisti della musica italiana che si fecero le ossa con centinaia di esecuzioni live fino all’avvento della tecnologia.

 

2001 – “Benéssum – alla ricerca dello stupore perduto errando fra dialetto e gergo a Bologna e dintorni” (Press Club Editore)

” Questo scritto non è l’apologia della parolaccia fine a se stessa, fatta con l’unico scopo di smuovere un sorriso beota e complice.”

Non è nemmeno una nebbiolina sparsa ad arte su sintassi e grammatica, per poter issare una bandiera bianca sulla quale campeggi: pari tutto, anche tredici.
Non è neanche un tentativo populistico di portare dalla parte di chi scrive quell’universo di non lettori che si specchierebbe in un agglomerato di strafalcioni e camminerebbe disinvolto su campi minati da “consecutio” impossibili e prive di qualsiasi senso tattico. Mi sono trovato ad un bivio ed ho scelto una strada. La meno facile, ritengo.

 

2000 – “Ciao Ràgaz – il vocabolario. Manuale per la comprensione del dialetto vivo”
(uscito con l’omonimo cd)

Questo disco ripropone alcuni dei più apprezzati successi del cantautore bolognese in versione ri-arrangiata, contiene alcuni brani inediti (come Socc’mel, Bulàggna l’è cambiè e Benéssum!) che ripercorrono, con rinnovata energia e con l’ironia di sempre, il filone della canzone dialettale bolognese caro a Mingardi. Molte delle canzoni sono eseguite con la partecipazione straordinaria di cantanti ed artisti di fama, tutti conterranei di Mingardi (oltre che suoi amici personali), da lui coinvolti in un’appassionata testimonianza dello spirito emiliano e bolognese in particolare.

 

 

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